
Mi ha chiamato, ma io ero occupata.
Dovrà aspettarmi perchè non riesco a risponderle.
Perchè ci sono obblighi, persone e cellulari che mi cercano
e io non riesco a rispondere al fisso.
Mi ha chiamato lì perchè non vuole avvisarmi di nulla,
non vuole parlarmi di lavoro,
non vuole il mio tempo e la mia attenzione per un'ora,
non vuole la mia fretta.
Vuole ascoltarmi come un zia lontana e premurosa.
Vuole raccontarmi di lunghi pomeriggi dorati tra i viali delle città,
di ristori all'ombra di pini marittimi profumati di mare,
di bicchieri di acqua e menta stretti tra le mani e tra le labbra,
dell'odore di asfalto surriscaldato dopo il tramonto,
di grilli notturni e parole sottovoce sotto al portone.
Ma deve attendermi in linea perchè ora sento solo
un brusio discontinuo di orari, scadenze, aspettative
di giorni senza stagione.
Ps per la famiglia Allen:
Vorrei sedermi sul mio terrazzo e aspettare con paura e curiosa emozione il saluto della
mucca con l'infradito che giunge dal buio lontano della strada.
Ma non ho tempo e attenzione.
Chiunque di voi avesse la fortuna di udirla in queste notti di fine giugno mi avvisi.
Perchè troppa è la pena che provo per la sua mancanza.
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