Quando non si sa cosa scrivere i casi sono due: o non si ha nulla da dire o i pensieri che cercano di uscire fuori sono così tanti che affannandosi verso l'uscita si ostacolano a vicenda , si creano della strettoie e il caos li blocca sulle porte come i bimbi che corrono al suono delle campanella.
La folla, si sa, è indistinta. Ed il linguaggio che è un sistema discreto, identificabile solo attraverso opposizioni e permutazioni, si fa continuo, liquido.
Ora è solo immagine. Allora non abbiamo più parole , ma solo figure. Immagini che la continuità percettiva rende catalizzatrici di una quantità di significato inimmaginabile per il verbo comune.
Ieri sera volevo dire questo.
Una fotografia del mio amato mare impressionata in un felice attimo di qualche mese fa, si è fatta tela per i miei pennelli elettronici e finalmente ho detto quello che volevo.
Forse non tutti capiranno, ma qualcosa dentro di me ha ascoltato attentamente.
La notte è stata breve, interrotta da un sogno buio, direi palesemete metaforico.
Mi ha svegliato lasciandomi la chiave di lettura sul cuscino, come le favole di Fedro di cui i maestri ti suggeriscono la morale.
Il sonno mi ha salutato per lasciare la scena all'Introspezione, forse da troppo rimandata.
Si è seduta e mi ha fatto molte domande. Poi le persiane si sono fatte trasparenti alla luce.
E' il 28 marzo.
mercoledì 28 marzo 2007
lunedì 26 marzo 2007
Il libro del mese
Cari Amici,
userò questo blog anche per fare propaganda ad uno dei piaceri più grandi della vita: la lettura.
Che grande aiuto poter leggere e dimenticarsi di se stessi, della propria vita, per entrare in quella degli altri, magari con una buona narrativa o meglio ancora perdersi nella nebbia ovattata di una teoria improbabile frutto di una mente oziosa più della nostra!
E che formidabile soccorso è quando le nostre futili preoccupazioni ci tormentano la mente e lo stomaco inchiodando il nostro pensiero che , nutrendosi della nostra ansia, cresce di proporzione fino a che lo guardiamo alzando gli occhi al cielo!
L'unica soluzione per salvarci è pensare a qualcosa più grande di noi.
Potremmo pensare ad uno stratagemma geometrico, ad un gioco di prospettive , ad un inganno ottico: tuffiamoci in pensieri più grandi noi per ricondurre la nostra vita alla sua giusta proporzione rispetto al mondo.
Ecco che nella consapevolezza della nostra "piccola" vita, troveremo sollievo.
Tutto appare nelle giuste dimensioni. Siamo piccoli. Ma in questa scoperta non c'è avvilimento e svalutazione, al contrario.
C'è il senso del proprio posto nel mondo, posto unico e prenotato. Come gli abbonati RAI.
Il libro del mese è David Jay Brown-"Riflessioni sull'orlo dell'apocalisse" Contemplando il futuro con Noam Chomsky,Bruce Sterling, Deepak Chopra e altri.
mercoledì 21 marzo 2007
Sul buon senso
Un amico ha lasciato un messaggio per celebrare il divertimento consumato nell'ultima domenica in una pseudofuga tra i paesini sperduti della vicina Austria, invitandomi alla promessa di fare nuovamente scempio del nostro buon senso per vivere altre scorribande... Buffo, ho pensato... Ciò che prima era regola oggi si fa eccezione. In mezzo? Pochi mesi. In mezzo tutta una vita che cambia. Nel mezzo da bambina a donna, da studentessa a lavoratrice, da sognatrice a razionalizzatrice, dalla fantasia alla realtà , da ciò che vorresti a ciò che non sei ancora. In realtà per me è un passaggio più graduale: sono tra il fatato mondo dell'università e il mondo di tutti. Il mondo dove tutti hanno un posto, un lavoro, uno status ,un patner e un cellulare. In molti casi una mail e un blog, in genere istituiti per crearsi un'alternetiva alla quotidianità, ma senza impegno e ad orari controllati. Ecco, ora io non vorrei finisse così. Mi sono vista scippare il tempo. Mi sono vista scippare il tempo per fantasticare e quello per poter decidere con calma,con così tanta caalma da finire per non decidere. In realtà penso che da quando avevo 19 anni ho sempre lavorato e studiato insieme, ma non la prendi mai come una cosa seria perchè puoi ancora immaginare che vorresti fare da grande. Sei un working in progress e il lavoro è uno scacciapensieri in attesa dello spettacolo vero, sono le prove... Sei anni vissuti esplorando i propri eccessi, i luoghi della riflessione, apprendendo conoscenze pure, senza alcuna applicazione, dove c'è un sapere per se stesso e non per produrre, pensare, pensare su pensieri che altri hanno fatto prima di te o su pensieri che non sapevi avessero fatto anche altri solo pochi secoli prima...e poi arrivi al mare e gli spargi dal molo, i tuoi pensieri, un po' tuoi e un po' del teorico del giorno, sperando che tornino indietro puliti dalle incertezze,dalle interferenze, alla ricerca del tuo sitema perfetto.... "Andiamo in viale o su in facoltà?" "non so stiamo qui, andremo dopo" "forse il treno lo prendo più tardi...è uguale.." E' sempre uguale quando hai tutto il tempo per te e passi le ore a parlare di quello che molti tecnocrati chiamano "niente" , e che invece sostiene il mondo e anche loro, come meccanici strumenti al servizio di un progresso a cui non sopravviveranno. Ci vorrebbe buon senso anche in questo. Il mio , caro Alessandro, continuerò ad abbandonarlo, a chiuderlo fuori dalla porta, a girare l'angolo quando lo vedrò per strada...non preoccuparti.
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lunedì 19 marzo 2007
The day after tomorrow-Post per Anna-
L'amore è eterno o è eterna la nostra voglia di amare?e se noi no siamo eterni l'amore ci sopravvive in che forma?Forse nella genesi continua?E se così è allora l'amore ci usa come meccanici strumenti per sopravvivere?E' un matrix da sempre?ma allora se smettessimo di amare affonderemo il sistema? e noi, non più strumenti diventeremmo dei di noi stessi?
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